
Il pappagallo rappresenta uno degli animali esotici più amati in natura. Se si pensa poi al pappagallo calopsite non si può che rimanerne affascinati. Si tratta di una varietà detta anche parrocchetto delle ninfee e può rivelarsi uno splendido compagno casalingo. Giocherellone e affettuoso, il pappagallo calopsite è un’esemplare straordinario da allevare.
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Origine
La calopsitta (chiamata erroneamente pappagallo calopsite) appartiene alla famiglia dei cacatuidi e al genere Nymphicus. Questo pappagallo è originario dell’Australia e si è largamente diffuso anche in Europa, tanto da svettare nella classifica degli animali esotici da compagnia più richiesti.

Caratteristiche
Il pappagallo calopsite colpisce per le sue straordinarie fattezze estetiche. Si tratta di un esemplare che raggiunge i 30 centimetri circa, distribuiti in una forma allungata. Il corpo risulta slanciato a causa della coda molto lunga e il tipico ciuffo sulla fronte. In natura è presente nell’unico colore ancestrale, cromìa che gli permette facilmente di mimetizzarsi nella vegetazione. Sul corpo è grigio scuro mentre sul volto ha un vivace giallo con macchia rossa all’altezza della guancia. L’esemplare femmina di pappagallo calopsite si distingue dal maschio per il colore grigio che è presente anche sul viso e sul ciuffo.
Temperamento
Allegro e giocherellone, allevare un pappagallo calopsite si rivela la scelta vincente per chi decide di vivacizzare l’ambiente familiare. Abituato a vivere in stormi, ha un naturale carattere propenso alla socializzazione e poco aggressivo. Questa caratteristica però lo rende estremamente chiassoso. Questo infatti una volta affezionato al padrone imparerà a ripetere i suoni. E’ importante non sottovalutare la scelta del calopsite perché è un animale che non ama la costrizione in gabbia. Bisognerà quindi optare per l’allevamento a mano.
Come allevare calopsite
Scegliere di allevare un pappagallo calopsite non richiede particolari sforzi, purché si assecondino le sue esigenze, soprattutto in fatto di movimento, e si sia pronti a rivestirlo di affetto e premure. Sulla questione ci sono due scuole di pensiero: chi crede che l’allevamento a mano sia per esemplari ancora da svezzare e chi invece ritiene che si possa procedere anche con esemplari adulti. Qui di seguito alcuni utili consigli su come allevarlo a meglio.

Come addestrare calopsite
Quando parliamo di addestramento, in termini di pappagalli, ben ci discostiamo da quella concezione felina e canina a cui siamo abituati e bisogna riconoscere che è necessario armarsi di dolcezza e pazienza. Sebbene il pappagallo calopsite sia socievole e abituato a convivere con l’uomo, è importante quotidianamente abituarlo al contatto. E’ utile infatti imbeccarlo, tenerlo tra le mani, accarezzarlo e avvicinarlo il più tempo possibile al viso. Questi piccoli accorgimenti accresceranno il rapporto col padrone e renderanno la convivenza decisamente più semplice.
Alloggio
Come già anticipato il pappagallo calopsite non è per nulla adatto alla costrizione in gabbie piccole ed è per questo che necessita di uno spazio capiente. Si consigliano gabbie di almeno 50 cm. E’ importante, inoltre, accessoriarla con trespolo, posatoi e accessori per voliere, senza dimenticare un distributore di acqua e la mangiatoia. Per l’alloggio è preferibile una gabbia in acciaio inossidabile, poiché zinco e piombo risultato tossici per i volatili.
Alimentazione
Innegabile che nell’immaginario collettivo sia improntata la regola degli avanzi ma questa non è mai una buona idea se si intende allevare un esemplare forte e sano. E’ per questo che è importante dare al pappagallo calopsite una dieta sana ed equilibrata. In questa è prevista un’alimentazione costituita per il 70% da pellet per uccelli a cui va aggiunta frutta e verdura fresca. E’ possibile, di tanto in tanto e senza eccessi, aggiungere qualche seme di girasole. Sono da evitare poi i cibi ricchi di zuccheri e grassi.

Come riconoscere calopsite femmina e maschio
Distinguere un calopsite femmina da uno maschio è innanzitutto intuibile dal piumaggio: nel primo caso, infatti, il pappagallo sarà di colore grigio perla anche sul viso e sul ciuffo. E’ importante però dire che la differenza diventa visivamente evidente solo dal decimo mese in poi. E’ a questa età, infatti, che i colori del maschio risulteranno più evidenti e vivaci, soprattutto nell’area delle guance. Un’altra caratteristica che può aiutare a differenziare i due generi è la predisposizione al canto. L’esemplare maschio infatti tenderà a cantare molto di più mentre la femmina emetterà fischi e suoni.
Come comunicano le calopsite
Se si sceglie di allevare un pappagallo calopsite e si è alle prime armi con questo tipo di animale, percepirne le esigenze risulterà, almeno nel primo periodo, molto difficile. Per ovviare a questo problema basterà osservare il pappagallo per comprenderne il linguaggio e il modo di comunicare. Questi esemplari infatti comunicano attraverso il linguaggio del corpo e le vocalizzazioni. Innanzitutto il ciuffo è un segno efficace per comprenderne le emozioni, quando questo è irto significa che è spaventato o incuriosito. Se la cresta invece risulta appiattita allora il pappagallo starà sulla difensiva; questo atteggiamento può comunicare anche stress o rabbia. Se la cresta è all’indietro ma addolcita e non rigida, allora l’esemplare sarà rilassato e felice.
Un altro aspetto da osservare è quando il nostro pappagallo calopsite strofina o digrigna il becco. In questo caso significa che sta per appollaiarsi per la notte oppure che è particolarmente rilassato. Se dovesse poi capitare di vedere un calopsite a testa in giù: niente panico. Ha solo l’esigenza di piccolo bagnetto e a questo si può ovviare nebulizzando un po’ d’acqua sulle piume. Se l’esemplare, invece, comincerà ad urlare è facilmente intuibile che l’esemplare stia esprimendo un malessere: questo può avvenire perché c’è troppo caos intorno alla gabbia.
Malattie dei calopsite
Curare l’alimentazione è uno step necessario affinché l’esemplare cresca forte e sano ma non vanno sottovalutati alcuni campanelli d’allarme e malattie particolarmente diffuse. Primi tra tutti è importante monitorarne gli occhi, questi infatti possono essere campanelli d’allarme per Psittacosi e Mycoplasma. Un altro campanello d’allarme può essere la fuoriuscita di liquido chiaro, causa di eventuali problemi respiratori. Le femmine, inoltre, potrebbero essere colpite da deposizione cronica delle uova. Una patologia che va monitorata e frenata con l’integrazione di fonti di calcio extra.





