Scruta dall’alto della sua preferita legnosa altura. Il pelo dorato a macchie brune vibra lucente alla luce del sole. I suoi occhi gialli guizzano verso la preda, la coda serpeggia dalla tensione.
Dopo un fulmineo scatto felino attraversa rapido la sua ‘giungla’ ormai da sempre sotto il suo dominio. La preda può solo soccombere… e magari è proprio la nostra pantofola, perché si tratta dell’adorabile leopardo in miniatura: il gatto Bengala.
Contenuti dell'articolo
- 1 Origini
- 2 Descrizione
- 3 Caratteristiche
- 4 Temperamento
- 5 Gatto bengala: il rapporto con il padrone
- 6 Gatto bengala: il rapporto con i bambini
- 7 Gatto bengala: il rapporto con gli altri
- 8 Gatto bengala: il rapporto con gli altri animali
- 9 Come allevare un gatto bengala
- 10 Alimentazione
- 11 Alloggio
- 12 Igiene e cura
- 13 Addestramento
- 14 Accoppiamento
- 15 Malattie e cure
- 16 Quanto vive in media
- 17 Gatto bengala: prezzo
Origini
Il Bengala è nato dall’incrocio di un gatto nero domestico e un gatto leopardo asiatico selvatico diffuso nel sud est asiatico. È difficile risalire al primo ibrido.
Già nel tardo ‘800 ci fu un primo esperimento da parte di un giornalista inglese e anche negli anni ‘30 e ‘40 vennero fatti alcuni ibridi per studi scientifici. Ma solo nel 1963 grazie alla genetista Jean Mill, per alcune ricerche sulla leucemia felina, si arrivò al bengala come lo vediamo oggi, un felino dalle sembianze selvagge ma dal carattere docile.
Descrizione
Ciò che si è ottenuto è un gatto più grande, più lungo e più robusto di quello domestico. Le dimensioni sono infatti notevoli, e già verso i due anni di età può arrivare a pesare tra i 6 e i 7 kg. Gli occhi rotondi e dalla grande espressività possono presentare sfumature blu, gialle, verdi e acquamarina.
Ha una naturale impostazione da corridore, con forti e lunghe gambe posteriori, un busto snello e slanciato e una coda leggera e dalla punta arrotondata. La testa rispetto al corpo è piccola, leggermente triangolare, con delle striature scure che separano due orecchie larghe alla base e appuntite ai vertici.
Caratteristiche
Caratteristica delle caratteristiche sono le macchie leopardate che riempiono il liscio e setoso mantello. Gli standard ammessi comprendono colorazioni che vanno dal marrone-nero al crema-ruddy. Sono ammesse oltre alle macchie anche i mantelli punteggiati e striati. È possibile trovare alcuni esemplari molto rari dal pelo che brilla alla luce come fosse ‘glitterato’.
Temperamento
‘Una tempesta in casa’ è la definizione più appropriata per questo felino domestico. Tenete lontana l’idea di prendervi cura di un cucciolo di bengala se siete alla ricerca di un docile compagno di casa. Questo gatto è solo per chi ama le sfide e va gestito al meglio. Ci vuole prontezza già solo ad ostacolare i suoi frequenti tentativi di fuga, perché non esiterà un istante ad andare all’avventura appena ne avrà occasione.
Un gatto impegnativo di sicuro, ma che saprà dare le giuste soddisfazioni.
Gatto bengala: il rapporto con il padrone
È un gatto chiacchierone e dalla bella voce. Adora richiamare l’attenzione del padrone e della sua famiglia per cui mostra costante interesse. Verrà facile fare piacevoli chiacchierate e coinvolgerlo in qualsiasi attività possa destare la sua attenzione. Il bengala è infatti più incline al gioco che alle carezze, ma quando ne ha voglia non mancherà di farsi fare due coccole.
Gatto bengala: il rapporto con i bambini
Giocherellone come non mai sarà felicissimo di partecipare alle attività e ai giochi che coinvolgono anche i bambini. Questo finché si insegna al bambino il rispetto dell’animale e un minimo di regolette per poter causare meno danni possibili. Immancabile un’attenta e costante vigilanza.
Gatto bengala: il rapporto con gli altri
Poche volte si dimostra riservato e si nota fin da subito un comportamento molto aperto e socievole nei confronti anche di persone estranee. Lo si potrà vedere anche attendere ed accogliere gli ospiti alla porta di casa.
Gatto bengala: il rapporto con gli altri animali
Con gatti col suo stesso temperamento si trova d’amore e d’accordo. È invece con altre razze feline che potrebbe essere un po’ più complicato. Niente che non si possa superare con una precoce educazione alla socializzazione. Lo stesso per la questione cani: si avrà un sano rapporto solo se entrambi gli animali hanno avuto modo di conoscere e socializzare già in giovane età.
Come allevare un gatto bengala
Meglio tenerlo lontano dai mobili, tende ed oggetti di valore che si vogliono preservare, perché si arrampica dovunque e in men che non si dica arriverà a farsi le unghie anche sul punto più improbabile. Si può risolvere comprando tiragraffi e i giusti giochini, che gli consentono di soddisfare i suoi bisogni soprattutto quando lo si lascia da solo in casa.
Alimentazione
Le grandi energie che brucia devono essere necessariamente recuperate e per questo il bengala è un grande mangione. Difficilmente tende a ingrassare fin quando ha la possibilità di giocare e fare esercizio fisico. Può essere utile un consiglio da un esperto veterinario su quali cibi e integratori sia giusto aggiungere alla sua alimentazione.
Alloggio
In appartamento è quindi un ‘tornado’. L’alloggio ideale sarebbe un terrazzo o un giardino spazioso in cui può scorrazzare libero. Meglio se opportunamente recintati. La migliore posizione per la cuccia è una zona rialzata della casa dalla quale può osservare tutto il suo territorio.
Igiene e cura
Dal pelo corto e dalla selvaggia indipendenza, il gatto bengala non necessita di particolari cure. Una spazzolata a settimana è più che sufficiente affinché il mantello possa mantenersi in ottime condizioni. In genere è poi un gatto che non tende a sporcarsi molto e di rado sarà necessario un bagno. Come per gli altri felini è necessaria una pulizia
Addestramento
Con l’utilizzo di un clicker e i giusti giochetti sarà una passeggiata addestrarlo. Dopotutto è dotato di uno spiccato ingegno, una grande curiosità e sopporta molto bene lo stress. In poco tempo sarà facile abituarlo all’imbracatura e al guinzaglio. Cosa che adorerà quando la collegherà al fatto che può fare grandi e lunghe esplorazioni insieme al suo padrone.
Meglio usare un’imbracatura imbottita, che possa trovare piacevole e che non sia troppo stretta, da far indossare le prime volte mentre mangia o si sta prendendo le coccole. Se farà il bravo premiatelo con una ricompensa e usate il clicker per abituarlo al suono.
Accoppiamento
Gli standard consentono l’accoppiamento solo tra esemplari della stessa razza.
Malattie e cure
Al di là dell’obesità, a cui può essere soggetto se non sono soddisfatte le condizioni prima citate, il bengala può rischiare diverse malattie ereditarie. Prima fra queste, la carenza di piruvato chinasi, una malattia che riduce i globuli rossi e che può portare all’ anemia. La si diagnostica tramite un test genetico.
Il Bengala potrebbe soffrire anche di cardiomiopatia ipertrofica, cioè un aumento del ventricolo destro che può indurre insufficienza cardiaca. Può essere soggetto poi alle più tipiche patologie del gatto domestico, soprattutto con l’avanzare dell’età, come l’atrofia della retina e alcune malattie orali. Un’attenta cura veterinaria è d’obbligo.
Quanto vive in media
Con le dovute cure veterinarie, una giusta alimentazione e il giusto soddisfacimento dei suoi bisogni, il bengalese può arrivare anche ai 20 anni di vita. In generale la vita media è di 15 anni.
Gatto bengala: prezzo
Il costo medio di un cucciolo di bengala si aggira intorno agli 800 €.