Suino di razza sarda

maiale sardo

Il suino di razza sarda, allevato da secoli in Sardegna, sia per il tipico sistema di allevamento sia per il significato socioeconomico del maiale nelle comunità locali, è rappresentativo della tradizione suinicola isolana.

Il riconoscimento ufficiale come razza suina autoctona nazionale è avvenuto soltanto nel 2006 grazie all’attività del Dipartimento per la ricerca nelle produzioni animali dell’Agenzia Agris-Sardegna.

Per le caratteristiche intrinseche della razza e delle carni che se ne ottengono, favorite anche dai peculiari aspetti fisico geografici, socio culturali e storico antropologici del territorio in cui è allevato, è idoneo a fornire prodotti tipici e distinguibili rispetto agli standards presenti sul mercato.

Allevato principalmente all’aperto, il suino di razza sarda

Il suino sardo è vittima del pregiudizio che lo vuole poco produttivo e poco adatto per essere destinato al mercato della carne fresca o dei salumi, perché eccessivamente grasso. In realtà i trasformatori che hanno creduto nelle sue qualità, hanno avuto risposte di mercato più che lusinghiere e trovano il limite più grosso alla vendita nella scarsa disponibilità di animali da macellare e, ovviamente, nella presenza della PSA che, a seguito delle ultime disposizioni legislative, impedisce l’export al di fuori del territorio regionale delle carni suine e dei prodotti trasformati provenienti da animali nati e allevati in Sardegna.

Con questa prova si vorrebbero colmare la carenza di nozioni relative all’allevamento del suino di razza sarda riguardo le prestazioni produttive e i costi di produzione.

Tale mancanza di dati può comportare infatti un limite nell’intraprendere strade imprenditoriali che potrebbero rappresentare una prospettiva di sviluppo interessante per gli allevatori.

Si è voluto pertanto dimostrare, con i limiti dovuti a fattori ambientali, tecnici, socioculturali, che oltretutto richiedono un congruo lasso di tempo per essere rimossi, che allevare il maiale di razza sarda può essere economicamente vantaggioso e le produzioni che ne derivano possono essere destinate ad un target di consumatori sempre più attenti alla biodiversità e alle produzioni ecosostenibili.

Pertanto questa prova vuole rappresentare uno stimolo per gli allevatori, soprattutto quelli più legati alla tradizione, ad orientare la loro attività produttiva verso il suino di razza sarda, in forme di allevamento semplici ma che rendano efficace il controllo sanitario degli animali e pongano le premesse per poter sviluppare il comparto.

razza sarda
Maiali razza sarda (Foto©Instagram-aldomanunta)

Suino di razza sarda

Il suino sardo (porcu sardu in lingua sarda) è una razza suina autoctona, originaria della Sardegna. È compresa fra le sei razze autoctone in Italia.

L’allevamento del suino in Sardegna si può far risalire alla preistoria a partire dal neolitico antico intorno al VI millennio a.C. (Cherchi Paba, 1974). Tale affermazione è possibile grazie agli studi archeo-zoologici che permettono di stabilire a quale specie appartengano le numerose quantità di ossa di animali, selvatici e domestici, ritrovate durante scavi archeologici effettuati nei vari siti dell’Isola (Wilkens, 2003).

Durante il periodo nuragico (1800-238 a.C.) tale allevamento è ampiamente testimoniato, oltre che dalla grande quantità di ossa rinvenute negli scavi di nuraghi, villaggi e luoghi di culto, anche dalle varie rappresentazioni figurative in statuine bronzee che raffigurano distintamente il maiale domestico e il cinghiale. Durante la dominazione romana, a causa dei tributi (anche in carne di maiale; Meloni, 1990) che la Sardegna era costretta a versare e della presenza nell’Isola di vaste zone ghiandifere, si assistette ad un incremento dell’allevamento suino (Cherchi Paba, 1974).

Per il periodo medievale, intorno al XIV sec., vi sono numerose testimonianze scritte che regolano l’allevamento suino (Codice Rurale di Mariano IV-Giudice di Arborea- e nella “Carta de Logu” della Giudicessa Eleonora D’Arborea). Infatti diversi capitoli del Codice di Mariano IV sono riservati all’allevamento dei maiali: il cap. CXXXVI “De su porchu mannali” riporta il termine col quale tuttora viene indicato il maiale da ingrasso per uso familiare (su mannale); il cap. CXXXVII “Porchus de gamma” (che stavano in branco) elenca le sanzioni alle quali andavano incontro gli allevatori se gli animali sconfinavano nelle vigne o negli orti; il cap. CLIV “De porchos” in cui si fa divieto di introdurre i maiali nei pascoli durante il periodo invernale e nei maggesi. Tali leggi sono state riprese in seguito dalla figlia Eleonora D’Arborea.

Ancora oggi l’allevamento del suino riveste una notevole importanza nella società agro-pastorale dell’Isola. E’ infatti tuttora diffusa l’usanza di allevare in ciascuna famiglia almeno un maiale, definito in Sardo ‘su mannale’, per soddisfare le esigenze familiari con provviste di carne, di salumi e di lardo (Porcu et al, 2005).

Caratteristiche

La razza suina Sarda è stata riconosciuta ufficialmente l’8.06.2006 col D.M. n. 21664 (successivamente modificato dal D.M. n. 24089 del 18.12.2006).

Essa viene inserita tra le razze suine autoctone nazionali che finora comprendevano la Cinta Senese, Mora Romagnola, Nero Siciliano, Casertana e Calabrese. Nel decreto vengono riportati i caratteri morfologici specifici per le singole razze suine autoctone, in particolare vengono elencati sia quelli che comportano l’esclusione dal registro anagrafico che quelli di appartenenza alla razza.

Nella seguente tabella vengono riportate le caratteristiche morfologiche distintive per la razza Sarda così come indicate nel quadro C del suddetto decreto.

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