
Il gatto; quello che oggi fa le fusa per le coccole, e gli occhi languidi per il cibo, si fa quasi fatica ad immaginarlo che scorrazza libero per lande impervie, addentando prede con enormi zanne e affilati artigli.
Eppure, milioni di anni fa gli antenati dei nostri mici casalinghi erano famelici predatori, che non avrebbero mai immaginato una discendenza dipendente da croccantini e cibo in scatola.
Con l’addomesticazione il gatto ha infatti cambiato stile di vita ed abitudine alimentari, ormai lontanissime dal selvaggio gatto preistorico che si nutriva di ingredienti relativamente “puri”: carne dei muscoli, interiora, resti vegetali ingeriti dalla preda e qualche osso. Puri perché non c’era ovviamente traccia di conservanti, additivi, carboidrati vari e proteine vegetali, oggi presenti in tutti i cibi pronti che troviamo al supermercato. Sono diverse anche le stesse fonti proteiche.
Sono cambiate infatti le tipologie di carni di cui si nutre il gatto, predatore per lo più di topi, pesci e uccelli, che ora si ciba di vitello, pollame ed altri animali confezionati nel cibo pronto. Carni che in genere non danno alcun problema, anche se vengono date quotidianamente al nostro felino, ma che in alcuni casi possono portare all’insorgere di intolleranze, allergie, problemi gastrointestinali o addirittura problemi respiratori. Ed è in queste circostanze che un valido aiuto si può trovare negli alimenti monoproteici.
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Cosa è il cibo monoproteico
Il cibo monoproteico, come suggerisce il prefisso, è riferito alla presenza di un solo tipo di proteina, quindi di una sola tipologia di carne. Che sia pollo, manzo, coniglio, anatra o pesce, l’importante è che la fonte proteica sia unica e scelta per la salvaguardia della salute del nostro felino domestico.
Il mercato offre poi una vasta scelta, che spazia da prodotti monoproteici puri, costituiti esclusivamente dalla sola fonte proteica, da cibo monoproteico con aggiunta di integratori di vitamine e sali minerali ed alimenti monoproteici al cui interno sono presenti altri ingredienti come carboidrati e verdure.

Perché scegliere alimenti monoproteici per gatti
L’utilizzo dei prodotti monoproteici è di grande aiuto nel diagnosticare tutte quelle problematiche legate all’alimentazione, come intolleranze, gastriti ed allergie. Patologie per cui i classici test allergologici, a cui noi siamo soliti porci, risultano spesso insufficienti per i nostri animali domestici, nonché estremamente costosi e poco precisi.
L’alimentazione monoproteica viene perciò associata ad una dieta ad esclusione, allo scopo di eliminare progressivamente gli alimenti potenzialmente problematici fino a individuare la causa dell’intolleranza o dell’allergene. Ovviamente il tutto va gestito sotto l’attenta osservazione del proprio medico veterinario, che consiglierà il giusto alimento monoproteico e, valutando le conseguenze, potrà individuare l’agente “colpevole” per poi sostituirlo con un alimento inoffensivo per la salute del nostro gatto.
Quando scegliere cibo monoproteico
Fondamentale è non lascarsi trasportare da mode e tendenze. La scelta dell’alimentazione proteica deve essere legata a reali e necessarie problematiche relative alla salute del nostro animale domestico. Grande accortezza ci deve essere quando si va a trattare un cucciolo o un gatto in età avanzata. Soprattutto in questi casi è fortemente consigliato il parere del medico veterinario, che potrà supportare l’alimentazione monoproteica con integratori che favoriscano l’assunzione di principi nutritivi essenziali.
In genere la procedura prevede una durata di due mesi, nei quali va somministrato al micio solo ed esclusivamente la fonte proteica scelta. Trascorsi i due mesi, e dopo la valutazione del veterinario, bisognerà fare un sostanziale cambiamento alle abitudini alimentari del nostro peloso amico.
Nella maggioranza dei casi presenta miglioramenti già nel giro di una o due settimane, altrimenti la ricerca dell’alimento dannoso va continuata sperimentando un nuovo prodotto monoproteico.






