Allevare l’alpaca: passione, profitti e tanta dolcezza!

alpaca lana

Chi non è mai rimasto affascinato di fronte alla morbidezza e bellezza di un alpaca?

Almeno una volta nella vita abbiamo sognato di avere un peluches come questo splendido esemplare che ha la capacità di affascinare grandi e piccini, sebbene molto somigliante al più bistrattato cugino lama.

L’alpaca è un mammifero originario del Sudamerica e il cui allevamento si è presto diffuso anche in Italia grazie al latte e alla pregiata lana che fornisce.

Tra gli allevamenti, quello d’alpaca, è sicuramente il più recente e può essere annoverato tra i meno conosciuti ma in realtà questo animale dall’animo docile è semplice da allevare.

L’alpaca

Divertente, morbido, bianco e dalle facce inimitabili, l’alpaca è un mammifero appartenente alla famiglia dei camelidi e discendente dalla specie vicugna del Sudamerica. Questo animale, produttore di latte e lana pregiata, è facilmente addomesticabile ed è noto per il carattere docile e amorevole. Molti confondono la specie col cugino lama, da cui prende alcuni aspetti fisici, ma col quale condivide solo la famiglia d’appartenenza.

L’allevamento di alpaca è molto diffuso in America, dove comparì intorno agli anni ’80, ma nel tempo è riuscito a conquistare popolarità anche in Europa e in Italia. Non di rado, infatti, si sente parlare di allevamento della specie anche qui da noi.

animali da lana
Ruminante delle ande (Foto©Pixabay)

Origini

Come già anticipato, l’allevamento d’alpaca rientra tra quelli meno diffusi in Italia sebbene il simpatico animale stia prendendo piede anche qui da noi. Negli Stati Uniti non è difficile imbattersi in un allevamento del genere, il cui inizio è datato negli anni ’80, quando questo grazioso mammifero, è entrato ufficialmente tra le specie d’allevamento.

L’alpaca, o Vicugna Pacos, rientra nella famiglia dei camelidi e la sua origine è rimasta per lungo tempo incerta. Alcune teorie hanno affiancato la specie alla razza domestica derivata dal lama vicugna mentre altri lo accreditano al guanaco. Altre teorie invece spingono verso una nuova ipotesi: che sia nato dall’incrocio tra vicugna e guanaco.

Quello che è certo è che la specie affonda le proprie origini nei camelidi del Sudamerica. La classificazione specifica dell’alpaca avvenne solo nel 2001, decretando le origini della specie alla vicugna ed è per questo che conosciamo la razza anche col nome Vicugna pacos.

Descrizioni

Il dolcissimo alpaca è un animale che non supera i 90 cm di altezza al garrese e registra un peso massimo di 75 kg. Le caratteristiche fisiche di questo esemplare permettono di differenziare i due camelidi domestici del Sudamerica: l’alpaca e il lama.

Questo simpatico animale dal muso buffo, può apparire come una pecora più grossa e col collo allungato. Come tutti i camelidi possiede tre stomaci per digerire la fibra. Nello specifico si possono distinguere due specie di alpaca: la razza Huacaya e la razza Suri, sebbene i Suri siano nettamente inferiori e contino soltanto il 10%.

Un errore nel quale si inciampa sempre più spesso è il non distinguere l’alpaca dal lama ma vi sono alcune caratteristiche che possono aiutare a scremare le due specie: innanzitutto l’alpaca è inferiore in termini di dimensioni, il lama può raggiungere i 160 kg raddoppiando la propria stazza vicino al primo. Anche le orecchie costituiscono un elemento di netta distinzione; gli alpaca possiedono delle piccole orecchie simili a quelle dei conigli mentre il lama possiede due lunghe orecchie simili alle banane.

Ultimo, ma non meno importante, il manto: quello degli alpaca si presenta come un singolo strato sottile mentre i lama presentano un manto grezzo al di sopra e uno più morbido al di sotto

alpaca lana
Lama animale (Foto©Pixabay)

Caratteristiche

Di natura curiosi, gentili, docili e amorevoli, gli alpaca svettano in classifica tra gli animali di maggiore facilità in termini di addestramento.

A differenza dei lama, ai quali vengono spesso ingiustamente associati, gli alpaca non hanno la cattiva abitudine di sputare ed è un dato che è bene scongiurare in anticipo. Nel raro caso in cui dovesse capitare, di sicuro non sarà contro gli umani, verso i quali dimostrano sempre una certa educazione. Difficilmente l’alpaca in braco sarà attaccabrighe, potrebbe partire lo sputo tattico soltanto durante un litigio per il cibo o per riordinare l’ordine sociale nel gruppo.

L’unica attenzione al quale l’allevatore deve prestare un certo riguardo, è il fatto che vadano presi necessariamente in coppia o in branco, questo animale infatti non nasce per essere solitario. Un alpaca solitario sarà destinato alla tristezza e a malessere fisico e psicofisico.

Alimentazione

L’apparato digerente dell’alpaca è a prova di bomba. Questo esemplare ha ben tre stomaci e sono in grado di digerire una grande quantità di vegetazione ricca di fibre. La nutrizione ideale prevede una varietà ricca di foraggi, erbe, muschi e arbusti che possano garantire loro il giusto apporto di minerali e vitamine.

In Europa però, questo tipo di alimentazione è meno fruibile ed è per tale ragione che esistono diversi prodotti in commercio, sotto forma di pellets, che possano garantirgli il giusto equilibrio alimentare. Agli alpaca non bisogna mai far mancare il fieno, bisogna considerarne almeno 1, 5 kg al giorno. È bene non temere il quantitativo di vegetazione mangiata dall’esemplare ma non bisogna dimenticare frequenti visite che ne tengano sotto controllo il peso.

Tosatura

Il motivo principale per il quale si decide di allevare un branco di alpaca è per la pregiatissima lana che ne deriva. La lana è morbida tanto quanto il cashmere, ed è per tale ragione che è largamente richiesta dai filatori. A causa dell’assenza di lanonina, questo tessuto al tatto è leggero e non va lavato molte volte prima di essere filato. Per tutte queste ragioni un’attenzione particolare va alla tosatura dell’animale, praticata tra aprile e giugno.

L’alpaca va tosata regolarmente non tanto per garantire la riuscita di una buona lana quanto per il loro benessere. Se l’esemplare è giovane e la lana è fitta, va tosato almeno una volta l’anno, nel caso di pelo medio o esemplari più anziani, si può procedere anche ogni due anni.

Oltre alla tosatura, il manto richiede vigorose spazzolate che possano rimuovere il pelo in eccesso, evitando così che si infeltrisca.

alpaca
Alpaca immagini (Foto©Pixabay)

Riproduzione

Anche nel condurre la gravidanza e nel parto l’alpaca ha estrema facilità. Questo animale è fertile tutto l’anno ma gli allevatori sono soliti pianificare la nascita durante i mesi più caldi. La gestazione dura 11 mesi e mezzo e si dà, generalmente, vita a un singolo esemplare. Nonostante la facilità e l’autonomia con cui avviene il parto, è sempre raccomandabile assistere al parto.

Per l’accoppiamento ci sono diverse scuole di pensiero. Chi lascia libero il maschio in un gregge di femmine o chi porta la femmina nella recinzione del maschio, lasciandola per diversi giorni. Se gli animali sono ricettivi saranno pronti ad accoppiarsi da seduti.

Come creare un allevamento di alpaca

È chiaro, arrivati a questo punto, che allevare un alpaca è più facile di quel che si creda. Questo esemplare è adatto a quasi tutte le circostanze. Di natura docile e curioso sarà particolarmente accondiscendente, purchè sia allevato in branco e non soffra la solitudine.

Per creare l’allevamento è possibile utilizzare anche un recinto promiscuo nel quale potranno essere inseriti mucche, capre, pecore e cavalli. Prima di creare un allevamento è importante sapere quali siano le esigenze di questi esemplari e non lasciarsi condizionare dal solo fatto che siano accondiscendenti. Essendo animali da pascolo richiedono un ettaro di buona qualità di pascolo che possa contenere circa 10/12 alpaca. Nonostante siano dotati di buona agilità, basteranno anche 1,2 metri di recinzione per tenere a bada gli alpaca adulti.

I maschi e le femmine dovrebbero essere ben divisi, per evitare combattimenti e che gli esemplari maschi saltino considerevoli altezze per raggiungere le femmine. La recinzione potrà essere costituita da spazi ravvicinati di pali e filo teso o rete per pecore e filo addizionale. Da escludere è invece la recinzione elettrificata. All’interno di questa è da inserire un abbeveratoio tenendo conto del fatto che ogni esemplare beve circa 3 litri di acqua al giorno. Oltre al pascolo con recinto, l’abbeveratoio e la mangiatoia, il fieno sempre disponibile e il tagliaunghie, è importante avere anche un cappotto, necessario nel caso in cui un alpaca dovesse sentirsi poco bene.

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